Quali sono i piatti tipici rumeni?
In un fantasioso immaginario collettivo, la Romania è associata a boschi e castelli medievali, dove vampiri sorseggiano da calici contenenti un liquido di un rosso sospettosamente intenso.
Ma nella realtà è un Paese che vanta un’ampia tradizione gastronomica, ricca di influenze e tradizioni in comune con diverse nazioni dell’Europa orientale.
Tanti sostanziosi primi e piatti unici a base di carne, ideali nei rigidi inverni; ma anche prodotti che crescono abbondanti nelle foreste, passando per formaggi, verdure e dolci.
Sono pietanze acquistabili per strada o in quasi tutti i ristoranti rumeni, a prezzi vertiginosamente più bassi rispetto all’Ovest Europa.
Se quindi hai in programma una vacanza a basso costo, tra mistici edifici medievali, città frizzanti e remoti luoghi montani, ecco la guida a cosa mangiare in Romania.
Primi e secondi
Ciorbă
La ciorbă è un primo piatto tra i più rappresentativi della Romania, consumato quasi quotidianamente.
Parliamo di una minestra tipica dell’Asia centrale, che con la dominazione ottomana (il nome deriva dal turco çorba) ha trovato la sua massima espressione nella cucina rumena, dove ha generato molteplici varianti locali.
Nasce come piatto umile, contadino; adatto a rifocillare coi suoi ingredienti semplici ma sostanziosi. Poi, come tanti piatti tradizionali dalla storia simile in tutto il mondo, negli anni ha conquistato le case e i ristoranti di tutta la nazione, dove oggi è possibile ordinarlo per l’equivalente di 5 € o poco più.
Le principali versioni prevedono, come ingrediente principale, carne di maiale, vitello, gallina, trippa o polpette.
Queste sono solo alcune delle variazioni possibili. Ad esempio, assieme alla versione col pesce, non mancano adattamenti vegetariani con funghi, barbabietola, zucca o addirittura ortiche.
A dare un tocco distintivo è l’aggiunta di un ingrediente che dona acidità: può essere succo di crauti, di limone o panna acida.
A completamento del piatto si aggiunge spesso una cipolla rossa, un uovo o il levistico: una pianta simile al prezzemolo.
Sarmale
Il sarmale è un piatto amato in gran parte dell’Est Europa, ma che ha un posto di spicco nella cucina rumena.
Si tratta di involtini ripieni di riso e carne macinata, con l’aggiunta di cipolle e spezie. Ad avvolgerli è la foglia di verza o, in un’altra variante, la foglia di vite.
Tanti rumeni sono pronti a menzionare il sarmale come piatto più caratteristico della propria nazione.
Non si trova in ogni ristorante a causa dei lunghi tempi di cottura – in molti locali, infatti, lo bisogna preordinare e il costo va dai 7 ai 14 euro. Però raramente manca sulla tavola di occasioni speciali come matrimoni, pranzi di Natale o di Pasqua.
Tra i contorni più apprezzati c’è la polenta (qui detta mămăligă), e non di rado si aggiunge anche della salsa all’aglio.
Tochitură
La tochitură è un piatto abbondante e sostanzioso il cui costo va dagli 8 ai 14 euro.
È uno stufato con carne di maiale affumicata tra cui salsiccia e pancetta, dalla cottura lunga nello strutto. Agli ingredienti spesso si aggiungono cuore, polmone, fegato e aglio.
In accompagnamento può esserci un uovo, polenta, formaggio locale e/o sottaceti.
Si trova soprattutto nella regione della Bucovina, ed è popolare anche in Moldavia.
Molti ristoranti propongono una versione più moderna con salsa di pomodoro in cottura.
Hribi cu mămăligă
Letteralmente “funghi con polenta”.
Come già visto la polenta, sebbene la associamo alla tradizione del Nord Italia, in Romania accompagna moltissimi piatti come questo. In particolare, qui parliamo di funghi porcini: un altro prodotto associato ai nostri boschi ma che in Romania si trova in abbondanza nei monti Carpazi. Di conseguenza, il loro costo è molto inferiore rispetto a quanto siamo abituati, tanto che i Hribi cu mămăligă sono un caposaldo della cucina povera e contadina.
I funghi si trovano spesso in vendita sulle strade che si snodano tra le foreste delle aree montuose, e il piatto con polenta si trova in molti ristoranti di queste zone, a prezzi che raramente superano i 12/13 € – e spesso anche a molto meno.
Mici/Mittitei (I Piccolini)
Si tratta di pezzi dalla forma oblunga di carne macinata grigliata, che ricordano salsicce o hamburger. Sebbene la carne suina vada per la maggiore, non di rado è macinata assieme a quella ovina (agnello o pecora). Le abbondanti spezie fanno il resto, con la mostarda quasi d’obbligo come accompagnamento.
È un cibo di strada tra i più rappresentativi della Romania, pertanto lo si può trovare presso invitanti banchetti lungo le vie, nelle piazze o nei mercati (con rilevanti differenze nella ricetta).
A proporli è anche qualche ristorante. Qui si può essere certi della provenienza della carne (sospetta in molti baracchini di strada) ma si perde l’esperienza più autentica di addentare carne fumante all’ombra di qualche castello o palazzo in stile liberty, sorseggiando una birra della sempre più vasta e variegata offerta locale.
Brânză de burduf
Parliamo di un formaggio stagionato introvabile altrove, ancor più degli altri piatti citati.
Provarlo è un’esperienza a tutto tondo tra gusto e cultura, soprattutto se vi trovate nella montuosa Transilvania dove pascolo e arte casearia sono pilastri dell’economia e della tradizione.
Si tratta di un pregiato formaggio di latte ovino. La sua unicità sta nella stagionatura, che avviene all’interno dello stomaco di una pecora o in recipienti detti coajă de brad (corteccia di abete). In quest’ultimo caso il formaggio presenterà sentori resinosi, ma a prescindere il brânză de burduf ha un sapore marcato e piccante, dato anche dalla stagionatura fino a 3 mesi.
Se vi trovate nelle zone rurali o montuose, vi sarà più facile trovare questo formaggio all’interno di taglieri, assieme a diversi salumi locali raramente venduti all’ingrosso nelle città.
Creme e conserve
Salată de vinete
La traduzione letterale può trarre in inganno: non è un insalata, bensì di una crema (di melanzane, con aggiunta di cipolla, aceto e maionese).
Anche in questo caso la pietanza accomuna Medio Oriente e Balcani, e la Romania primeggia con la sua versione.
Viene consumata spalmata sul pane, o in accompagnamento a pomodori e altre verdure così da diventare una vera insalata.
Vinete è il plurale di vânătă: aggettivo rumeno basato sul sostantivo vânăt, e indica qualcosa di un colore scuro blu-violaceo come appunto la melanzana.
Zacuscă
La zacuscă è una salsa realizzata con verdure autunnali, ed è proprio questo il periodo in cui gustarla al meglio.
Si tratta di una ricetta perlopiù casalinga, che quindi prevede numerose varianti. Tra gli ingredienti figurano ortaggi vari tra cui peperoni, melanzane, fagioli e funghi.
Viene consumato soprattutto come contorno o antipasto su una fetta di pane, ma sa prendersi la scena come piatto unico. In quest’ultimo caso, una variante apprezzata è quella col pesce tipica di alcune zone della Romania.
È una ricetta originariamente nata per conservare le verdure durante l’inverno, e la sua preparazione richiede una certa maestranza. I peperoni (da mettere in quantità doppia rispetto alle melanzane) vanno arrostiti a lungo sulla piastra, dando note affumicate alla conserva finale.
Fasole bătută
Il nome lascia poco spazio a dubbi di traduzione. Parliamo infatti di fagioli bolliti pestati, a formare una crema spalmabile la cui consistenza varia dal granuloso al vellutato. A insaporire c’è spesso cipolla tritata, aglio (ovviamente), peperoncino o lime.
Oltre a spalmarla, la si può consumare come piatto unico, sormontato da sugo di cipolle ed erbe in aggiunta.
Dolci
Papanași
Parliamo del dolce più tipico e amato della Romania. Non sorprende infatti che lo si trovi in quasi tutti i ristoranti.
Dalla forma ricordano le brioche col tuppo siciliane, ma qui l’impasto include il formaggio simile a ricotta branza dulce de vaci.
Ma la sorpresa è all’interno, dove si trova un denso ripieno a base di panna acida.
A coronare l’opera vi è – rigorosamente – marmellata di frutti di bosco, abbondante regalo delle fitte foreste rumene.
Solitamente una porzione prevede due ciambelle di dimensioni considerevoli, quindi da condividere. Questo a meno che non siate in cerca di una corposa merenda, o avete ancora spazio dopo un pasto ricco di carne e formaggi.
Kürtőskalács o Cozonac secuiesc
Questo dolce è presente con diversi nomi e in diversi Paesi dell’Europa orientale. Chiunque sia passato per Praga, ad esempio, li ha visti in strade e pasticcerie col nome di Trdlnìk.
Si tratta però di un antico dolce tipico dell’Ungheria, che ha spopolato nella regione della Transilvania chiamata “Terra dei Siculi” (dove “siculi” è l’antico nome attribuito alla popolazione di origine ungherese che qui abita).
Tornando al dolce, parliamo di una lunga sfoglia, attorcigliata su bastoni rotanti dove avviene la cottura. La forma che prende ricorda un largo cilindro a spirale, tanto che in italiano il dolce è anche noto come “torta a camino” o (più erroneamente) “manicotto di Boemia”.
Spesso viene completato con zucchero a velo o creme.