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Dry Milano, la recensione: alti e bassi dell’8ª miglior pizzeria d’Italia

Di Domenico Raimondo

La guida 50 Top Pizza l’ha inserita all’8° posto della classifica delle migliori pizzerie d’Italia 2023. Essendo l’unica pizzeria di Milano tra le prime 10, una classifica affidabile come la suddetta rende quella di Dry Milano la pizza migliore del capoluogo lombardo.
Ora, è raro che faccia recensioni di ristoranti e locali, soprattutto di posti raffinati e soprattutto se negative (e questa non lo sarà del tutto). Ma sarebbe un peccato sprecare la mia altissima competenza in materia non esponendomi su una delle migliori pizzerie italiane situata a poche fermate di metro.

In via Solferino, cartolina della Milano costosa ed elegante a due passi da Moscova, Dry Milano accoglie gli avventori con un arredamento essenziale e moderno. La penombra che aleggia all’interno e il bancone del bar a vista dalla vetrina ne profilano un’anima da locale serale, la cui proposta punta proprio su una combinazione ricercata di pizza e cocktail (per cene o aperitivi) e una conseguente ricca scelta nei rispettivi menù.

Pizza quattro formaggi e castagne al miele di Dry

Per avere una panoramica il più accurata possibile dell’offerta ordino 3 pizze: Margherita con mozzarella di bufala (€ 14), Zucca e zola con funghi chiodini (€ 16), Quattro formaggi con miele e castagne (€ 16).
Ad attirare maggiormente il mio interesse nella lista cocktail è il Dry penicillin: whiskey come base alcolica (Jameson black barrel e scotch Laphroaig 10), sciroppo di zenzero e succo di limone (€ 16). Assaggio anche il Puccini-ice: sorbetto al mandarino, Franciacorta brut, Saint Germain (€ 14).

Oltre all’8° posizionamento nella classifica italiana, Dry Milano è stato inserito al 15° posto in quella mondiale e vanta il riconoscimento “Tre Spicchi” di Gambero Rosso

Iniziamo dalla pizza, di cui basta un morso per rendersi conto di essere davvero nel posto giusto in cui mangiare una delle migliori d’Italia.
La Margherita sa di fresco: passata ricca e per niente acida, nonostante la cottura breve che ha piuttosto il merito di esaltare il pomodoro e offrire alla vista un colore rosso brillante; mozzarella di bufala intensa, appena sciolta – come dovrebbe sempre essere – ma non acquosa, e il basilico fresco a completare il profumatissimo quadro.
La Zucca e zola è ricca: sapori, profumi e contrasti si rincorrono arrivando però al traguardo in perfetto equilibrio. La crema di zucca avvolge con discrezione i picchi pungenti del gorgonzola e l’intensità dei funghi fa da collante.
La Quattro formaggi è sulla stessa linea: provola affumicata, taleggio, gorgonzola e raspadura fanno da scenografia a una rappresentazione avvincente, con le castagne al miele e il polline in granuli a prendersi il palcoscenico e tutti insieme portano a un armonioso lieto fine. Contrasti che sanno essere ordinati, morbidi e spavaldi allo stesso tempo.

Pizza Zucca e Zola di Dry Milano

Ma è l’impasto a suggellare il tutto e rendere questa pizza davvero una delle migliori in circolazione. Trattandosi di una pizza che si allinea alla tradizione napoletana – al netto delle farciture creative – la consistenza è morbida, la base è sottile e il bordo è appena pronunciato con un’alveolatura discreta. La lunga lievitazione lo rende delicato, leggero ma anche saporito come il buon pane sa essere. La sofficità ne squaderna una cottura particolarmente breve, indispensabile anche per tenere accesi tutti i sapori. L’interno del cornicione forse è un po’ troppo crudo (ancor più della pizza napoletana media) e si fa sentire masticando, ma oltre a essere un’inezia in un prodotto che sfiora la perfezione, è anche una caratteristica che può essere apprezzabile.

Margherita con mozzarella di bufala, cocktail Puccini-ice e (dietro) il Dry penicillin


Una nota meno lieta è suonata dai drink: il Dry penicillin, il più costoso del menù, ti prende a pugni col sapore di limone – il cui succo era probabilmente lì da tempo e ossidato e la scorza in guarnizione era stata tagliata con la parte bianca interna, un errore da novellini che rende il cocktail acido e indigesto. Lo sciroppo di zenzero, che di solito sa dare gradevoli sentori pungenti, qui dà invece il colpo di grazia nascondendo i whiskey di buona qualità con cui è miscelato (si sente un vago retrogusto di Jameson alla fine del sorso; del Laphroaig neanche l’ombra). Un po’ meglio il Puccini-ice: piacevole da bere ma col mandarino a prendersi la scena quasi in esclusiva.
Insomma, sono cocktail che giocano tanto su una mixology fatta di buoni prodotti ma sbilanciati. Forse è dovuto a qualche leggerezza contemplabile durante il servizio? Certo che per 16 euro, e in un tranquillo lunedì sera, l’aspettativa è un po’ più alta.

Il “DRYmisù”


Il pasto è concluso dal dolce, il “DRYmisù”, un tiramisù parzialmente scomposto dove un cubotto di cioccolato fondente e caffè regala note amare e intense. La consistenza è un po’ cartonata ma ben si abbina alla crema di mascarpone che lo accompagna.

In conclusione, al netto dei cocktail, si può dire senza patemi d’animo che la pizza di Dry sia la migliore di Milano, un’esperienza in grado di addolcire i sogni di ogni amante della pizza. I prezzi sono alti, gonfiati probabilmente dall’ubicazione del ristorante e dai tanti premi vinti. Premi, però, ampiamente meritati.

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