Di Domenico Raimondo
Passando al mattino per Dame Lane è difficile immaginare che, nel pomeriggio, su quel muro coperto di graffiti si apra uno sportello da cui ordinare una perla di gastronomia d’oltreoceano.
Nel vicolo a due passi dal castello di Dublino, l’unico indizio è una piccola insegna bianca, con un fantasmino blu e la scritta “Doom Slice”. Sembra ormai parte dell’arredamento, nonostante sia lì da poco più di due mesi.
Ma tanto è bastato a riscuotere l’immediato interesse di chi abita o visita la capitale d’Irlanda. Già, perché se la pizza stile New York la si trova in catene presenti nelle maggiori città europee, la Detroit-style, in quest’angolo di mondo, è cosa ben più rara.
E qui non parliamo di dozzinali focacce dalla nomenclatura esotica, ma di un prodotto che il proprietario newyorkese Tom Sicotakis interpreta in maniera frizzante e sublime; un’americanizzazione dello sfincione siciliano che da Doom Slice diventa una goduriosa combinazione di cura dell’impasto e creatività in farcitura.
Nonostante l’occasionale fila, si ordina e si ritira in pochi minuti. Questo anche grazie a un menù essenziale di 7 pizze – e 5 salse, se proprio dovete…
Il pagamento è solo elettronico. I tranci si possono mangiare facilmente in piedi – o ordinare da asporto – ma con un po’ di fortuna si trova posto in uno dei due tavoli fuori.
Partiamo dalla classica Detroit Red Top. Si presenta con la salsa di pomodoro di un bel colore acceso: segno anche di una cottura non troppo lunga che la mantiene saporita, fresca e appena dolce.
La mozzarella e il Grana Padano grattugiato in uscita (sì, Grana vero) bilanciano con sapore e sapidità, rendendo memorabile ogni morso di una pizza tanto essenziale – basta poco!
Essenziale, dicevamo, che proprio per questo permette di godere dell’impasto vero protagonista di questa pizza. Questo prevede l’olio nella ricetta, in linea con la scuola americana. Ciò non lo rende pesante, ma anzi soffice e tendente al dolce. Il morso è leggero, complice anche l’alveolatura, e in pieno stile Detroit l’altezza e la sofficità del trancio bilanciano il fondo croccante e il formaggio abbrustolito a contatto coi bordi della teglia. Diverse consistenze, diversi sapori: una pizza mai noiosa.
La ben più elaborata Holy Mushroom è un altro cavallo di battaglia di Doom Slice. Un velo di salsa fa da letto alla mozzarella, i funghi champignon e gli jalapeño in cottura.
In uscita ricotta, peperoncino, filangé di basilico fresco e miele piccante. La farcitura è abbondante, ma ogni ingrediente spicca in un rincorrersi di sapori ora morbidi ora pungenti. Gli champignon, di solito quasi insapore, qui regalano un gusto erbaceo rinfrescato dal basilico. Ricotta e peperoncini emergono in un perenne duello in cui chi vince, però, è chi li mangia. Il miele si prende la sua scena, creando contrasti che non gettano ombra anche sull’impasto.
Proseguendo con la rielaborazione dei classici c’è la Pepperoni Red Top – col tipico salame piccante onnipresente nelle pizze americane – e la sua evoluzione Holy Pepperoni (versione carnivora della Holy Mushroom).
Ovviamente l’ananas ha il suo spazio, riadattata però nella combinazione Pancetta & Pineapple (e prezzemolo).
Largo anche alle fusioni con la Carnitas of Doom: un altro inno alla piccantezza, con la sua base di salsa chipotle e la salsa piccante in uscita. La consistenza cremosa è data anche dalla panna acida e dalla guacamole, che arricchiscono la carne trita messicana e le cipolle sottaceto.
I palati più audaci apprezzeranno la Gloat: qui mozzarella e pomodoro fanno da sfondo allo scalogno caramellato, formaggio di capra e la nota di acidità della glassa al Cabernet Sauvignon.
Per quanto inedita a Dublino, già da qualche anno la Detroit-style è nel menù di varie pizzerie d’Europa. Nella vicina Belfast affianca il tradizionale disco di pasta in locali come Flout Pizza e Pizza on the Square. A Londra ci sono Detroit Pizza e Kin Pizza, ma possiamo spostarci anche più a sud per trovarla a Valencia, da Michigan Detroit Pizza, e da Third Coast Pizza a Praga.
Insomma, se ci sono ingredienti che non vanno sulla pizza – scrivevo qualche tempo fa – la creatività non è tra questi. Doom Slice ne è un’altra prova: se catene di fast food e pizze del kebabbaro hanno il loro spazio nel mercato italiano, un prodotto come questo può generare una nuova visione in cui la pizza è motivo di unione gastronomico-culturale, anziché di rivalità.