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Hamburger, patatine e ostriche al Guinness Museum

Cosa mangiare (e bere) in Irlanda: birra, whiskey e piatti tipici

Di Domenico Raimondo

Aah l’Irlanda, l’Isola di smeraldo, la terra della birra, del whiskey, delle patate e… e?
La cucina irlandese non gode di grande popolarità nel mondo e tanto meno in patria – basti vedere la quantità di ristoranti stranieri presenti in tutte le città irlandesi. E non vanta neanche una lunga lista di ricette tradizionali che fanno subito pensare a questa terra.
Ma negli ultimi anni la cultura gastronomica dell’isola sta cambiando, in virtù dell’attenzione che sempre più chef e produttori hanno verso i propri prodotti, la cui qualità e freschezza è invidiabile a tutto il mondo.
Dal pesce alla carne (famosa è quella di angus, anche se in Irlanda è più facile trovarla al supermercato che al ristorante). E ancora dagli ortaggi agli innumerevoli prodotti caseari realizzati soprattutto a livello locale.

Parleremo anche di alcolici naturalmente: anche questi sono un’eccellenza irlandese. Ma se avete in programma un viaggio in Irlanda, o siete semplicemente curiose/i di sapere cosa mangiare in Irlanda, ecco una lista approfondita dei piatti tipici che accomunano l’intera isola.

P.S: Se volete portare a casa alcuni di questi prodotti dopo un viaggio in Irlanda, assicuratevi di sapere tutto sulle regole del trasporto di cibo e bevande in aereo.

Indice

Irish Breakfast

Colazione Irlandese dell’Irish Potato Company di Dublino

Ecco qualcosa da far invidia all’Italia e a tutta la sua ricca tradizione gastronomica: la colazione. Niente cappuccino e brioche (“cornetto”, per gli amici di giù), ma un ricco e vario piatto salato tipico dei Paesi britannici con alcune aggiunte rigorosamente irlandesi. Buona parte dei prodotti tipici delle campagne irlandesi sono ritrovabili in questo piatto, motivo per cui è doveroso assaggiarlo durante un soggiorno sull’isola.

Parliamo quindi di uova, fagioli, bacon e salsicce. Queste ultime possono essere le stesse che intendiamo noi o una variante realizzata col sangue di maiale (similmente al sanguinaccio), chiamata pudding. Ne esiste la versione bianca e quella nera; la consistenza è asciutta e granulosa – data dalla macinatura della carne a maglia larga, come molti salami – e sa prendersi un posto da protagonista all’interno del piatto come il violino nelle tradizionali ballate irlandesi.

Poi c’è il burro, di cui soprattutto la parte meridionale dell’isola può fare grande vanto. È piuttosto diverso da quello chiaro di montagna a cui siamo abituati: il burro irlandese è giallognolo, salato ed è ottimo da mangiare “liscio” su una fetta di pane. Di quest’ultimo è famoso il soda bread, un pane scuro realizzato con farina di manitoba, latte e bicarbonato (da cui il nome) al posto del lievito.

Boxties

Un altro elemento che rende la colazione irlandese, appunto, irlandese, è il boxty: pancake di patate in grado di valorizzare il famoso prodotto locale come poche altre pietanze.
Oltre al gusto, il loro successo è dovuto alla versatilità con cui si abbina.

Sebbene quello di Irlanda e patate sia quasi più uno stereotipo che una tradizione, i boxties rappresentano una delle pietanze più tipiche e apprezzate sull’isola. Ristoranti come il The Boxty House a Dublino ne fanno un prodotto di punta.

Tayto sandwich

A proposito di burro e patate, il tayto sandwich è uno spuntino apprezzato da molti irlandesi. Si tratta di un panino con pane a fette spalmato di burro e farcito con patatine (solitamente a marchio Tayto, azienda irlandese i cui sacchetti sono presenti in ogni supermercato e in diversi gusti).
Certo non è proprio un piatto raffinato e si fa fatica a definire tradizionale, ma un’esperienza gastronomica all’estero passa anche da queste piccole cose.

N.B: Non tagliate il panino in due triangoli ma mangiatelo intero. “Bread was never meant to be triangular” dice lo storico commentatore sportivo irlandese Micheal Ó Muirchearaigh.

Irish stew

Dalla finestra del pub vedete nuvole pesanti e gocce di pioggia sferzate dal vento. Dei musicisti suonano musica tradizionale attorno a un tavolo nell’angolo. Davanti a voi c’è una pinta di birra scura e uno stufato fumante. È lo stufato irlandese: un canto di lontane colline verdi e cieli grigi, i cui ingredienti raccontano una storia rurale e riscaldano nei rigidi inverni.
La protagonista è la carne, solitamente ovina ma anche di manzo, morbidissima grazie alla cottura lenta. Ad accompagnare ci sono pomodori, patate, cipolle e carote che, insieme alle spezie, rendono il brodo ricco e profumato.

Lo stufato alla Guinness, o spezzatino, è una variante di questo piatto, in cui a insaporire la carne, oltre al brodo, è la nota birra usata in cottura.
È una ricetta altrettanto famosa e saporita, ma meno tradizionale a dispetto di quanto si potrebbe pensare.

Pesce

Da una parte il mare d’Irlanda coi suoi sgombri e merluzzi, dall’altra l’oceano Atlantico con scampi e salmoni, mentre l’intera costa abbonda di molluschi e crostacei.
In ogni angolo d’Irlanda si trova del pescato prelibato e protagonista di ricette locali. Basta assaggiarlo cotto in padella o al forno per farsi un’idea – o nel sushi del Miyazaki di Cork: non proprio economico, ma in molti giurano che sia il miglior sushi che abbiano mai mangiato.

Salmone cotto nel latte, patate e birra Dungarvan al ristorante del famoso English market di Cork

Fisherman’s pie

La fisherman’s pie, (torta del pescatore) o anche solo fish pie, è una torta salata tipica delle isole britanniche, che anche l’Irlanda ha fatto propria in virtù dell’ottimo pesce dei suoi mari.
Merluzzo, salmone o eglefino (il “pesce asinello”, molto usato da queste parti), sono le opzioni più comuni come ingrediente principale. Ad accompagnare ci sono piselli ed erbe come timo e prezzemolo a dare note fresche al piatto.
Sebbene il nome suggerisca una torta salata, non sempre è effettivamente una torta classica e quindi chiusa da un impasto. La consistenza compatta e cremosa è data dal latte (con cui spesso cucinano i prodotti marittimi in quest’angolo di mondo, alle volte col burro) e successivamente dalla cottura in forno.

Chowder di pesce

È una zuppa di pesce, molluschi e crostacei nel latte di cottura. Profumata, saporita e colorata, col cast di protagonisti composto (spesso) da salmone, vongole, cozze e gamberi.
È il piatto giusto per assaporare la Wild Atlantic Way percorrendo questo lato di costa.

Fish and chips

Fish and chips, croce e delizia della gastronomia irlandese. Un piatto tipicamente britannico che ha conquistato anche l’isola accanto.

Fish and chips nel villaggio marittimo di Dingle

È lecito pensare che, con del pesce così buono, buttarlo tutto in una friggitrice non è il miglior modo per valorizzarlo. Ma certe abitudini sono difficili da cambiare e, anzi, questa in particolare ha dato vita a uno dei cibi da strada più appetitosi in assoluto.
C’è poi da considerare che in molti chippers fanno un fish and chips superbo col pescato del giorno, con la panatura fritta spessa al punto giusto che dà una piacevole croccantezza al pesce senza coprirne il sapore.

Anche di patate in Irlanda ne sanno qualcosa, e nel fish and chips spesso sono tagliate grandi e con la buccia, che contribuisce a renderle croccanti.

Il fish and chips è quasi sempre accompagnato da una o più salse, che in Irlanda vanno oltre le classiche ketchup e maionese. Tra queste figurano la salsa all’aglio, la salsa tartara in tutte le sue varianti, la salsa al tamarindo, la sriracha con la sua piccantezza mediorientale, e la salsa gravy, anche chiamata brown sauce (salsa marrone) col suo sapore dato dal liquido che rilascia la carne in cottura.
Ma l’accompagnamento più comune – per quanto poco allettante per molti palati dell’Europa meridionale – è sale e aceto da spargere su pesce e patatine.
Ma in molti, anche in Irlanda, preferiscono una spruzzata di succo di limone.

Ostriche

Le ostriche dell’atlantico sono forse le migliori al mondo, e quelle delle coste irlandesi sono uniche. Tendenzialmente le ostriche irlandesi hanno un sapore più delicato, ma mantengono la sapidità con cui si abbinano a diversi piatti e bevande (tra cui la Guinness).

È possibile assaggiarle nelle diverse “sagre” dedicate, come quelle in estate nella contea di Galway. Ma l’ostrica ha il suo palcoscenico anche nella parte orientale dell’isola, come il Carlingford Oyster Festival o il ristorante del museo della Guinness di Dublino (birra e ostriche con vista a un prezzo non eccessivo, meglio di una pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno).
L’accoppiata ostriche e Guinness (o un’altra stout) è infatti azzeccatissima: la sapidità dell’ostrica bilancia le note amare della birra che richiamano caffè e cacao.

Burro e formaggi irlandesi

La mozzarella di bufala sarà pure un’eccellenza italiana, ma anche nella contea di Cork ne fanno una niente male. La cittadina rurale di Macroom è infatti una delle principali produttrici di buffalo mozzarella d’Irlanda.

Più in generale, grazie alle tante fattorie presenti soprattutto nella parte centro-meridionale dell’isola, questo Paese offre un’allettante varietà di formaggi, oltre al già menzionato burro irlandese.

Tra i più famosi figurano il Cashel blue cheese, prodotto nei pressi della rocca di Cashel, nella contea di Tipperary, e il cui nome è dato dalle venature blu dovute all’erboniratura (come il Gorgonzola).

Meritevole di menzione è il Milleens, giallognolo, morbido e leggermente acido, realizzato con latte non pastorizzato e che ricorda i cremosi formaggi trappisti.

Hamburger con formaggio Cashel blue

Birre irlandesi

In Irlanda la Guinness è ovviamente dappertutto, ma il marchio dublinese fa solo da portavoce internazionale dell’ampio mercato brassicolo irlandese, variegato e legato alle diverse città dell’isola.
Qui anche le birre più commerciali sono di ottima qualità e mettono d’accordo intenditori e profani.
Non solo Guinness, quindi? No, ecco quali sono alcune delle birre più famose e consumate da assaggiare in Irlanda (e cercare in Italia).

Beamish

Il campanilismo tra la città di Cork e quella di Dublino è il più acceso d’Irlanda, tanto che la prima sostiene di essere “la vera capitale”.
Questo si ripercuote anche su una cosa seria come la birra. A Cork la più bevuta non è la Guinness; perché troppo dublinese evidentemente. Ma non solo per questo, come vedremo.

A campeggiare sull’insegna di molti pub di Cork è la Beamish, stout locale che ricorda la sorella più blasonata, ma dal sapore più intenso e dalla consistenza più cremosa.
Di simile alla Guinness ha il colore, i sentori di cioccolato e la schiuma persistente. Ma una volta provata la Beamish sarà questa il metro di paragone per le stout irlandesi.

Simpatica arte di strada a Cork City

Murphy’s

La Murphys è un’altra stout di Cork, dal nome più irlandese che ci sia.
In una comparazione con Beamish e Guinness, la Murphy’s risulta più dolce e leggera, con sentori di caramello che la rendono beverina e versatile.
Ha anche una schiuma e una corposità (ancora) più densa delle prime due.
Di questa esiste anche la versione rossa ambrata, la Murphy’s ale, famosa soprattutto all’infuori dell’Irlanda.

Smithwicks (Kilkenny)

Per cominciare, è bene sapere che la pronuncia è qualcosa come “Smidics” e non “Smituics”. Non vorrete fare brutta figura al bancone.

La Smithwicks è una birra amabile e frizzante proprio come la città in cui è prodotta: Kilkenny.
È proprio col nome della città che questa birra rossa è commercializzata nel resto del mondo – per la più facile pronuncia e per l’immediato richiamo alla città/cartolina dell’Irlanda.

È una birra leggera, con una gradazione alcolica di 3,8. La schiuma è persistente e il sapore è bilanciato. Dolce e amaro fanno da sfondo a picchi di sentori di malto.
In Irlanda e nel mondo è venduta anche la versione creamy ale: corposa, robusta e spiccatamente amara.
Si tratta di un marchio storico in Irlanda, la cui origine è fatta risalire ai frati francescani del ‘700, e il tour guidato della fabbrica è doveroso se si passa da queste parti.

O’Hara’s

Il birrificio O’Hara’s è il maggior produttore di birra artigianale irlandese

Dalla contea di Carlow un birrificio artigianale ma il cui mercato è massiccio anche fuori dall’Irlanda.
Di birre ne producono di vario tipo: stout, rosse, pale ale, IPA…
Ognuna però ha l’inconfondibile tocco O’Hara’s, ovvero un’armonica e raffinata complessità di profumi e sapori – dal fruttato, al floreale, al maltato – che arricchiscono birre amare e corpose.

Guinness

Non esiste binomio birra/nazione più celebre. Non esiste birra scura più famosa.
Il logo dell’arpa su sfondo nero è iconico in tutto il mondo, così come l’inconfondibile sapore.

Le caratteristiche della Guinness sono quelle tipiche delle stout. Quindi è una birra amara, corposa e dalla robusta schiuma che si ottiene con un preciso metodo di spillatura.
In confronto ad altre stout, però, la Guinness risulta più dolce e leggera al palato. Ma non mancano i sentori di caffè e cacao che la rendono tanto apprezzata e memorabile.

Fuori dall’Irlanda non si trova in tutti i pub, mentre la si può comprare ovunque in bottiglia e in lattina.
La famosa pallina dentro le lattine serve a ottenere la stessa schiuma della spina quando la si versa. Questo grazie all’azoto contenuto nella pallina, che si sprigiona quando viene stappata.

Irish coffee

Whiskey, caffè, panna fresca e zucchero di canna. Sono questi 4 ingredienti con cui, si racconta, lo chef Joe Sheridan deliziò le persone bloccate dal maltempo (o in attesa del volo a tarda notte, a seconda delle versioni) all‘aeroporto di Foynes nel 1943. Famoso è infatti l’aneddoto secondo cui un cliente, stupito dal cocktail, avrebbe chiesto se fosse caffè brasiliano, per ottenere come risposta: “No, it’s Irish coffee”.

Dove bere i migliori Irish coffee in Irlanda

Purtroppo, nonostante la ricetta relativamente semplice, non tutti i bar d’Irlanda lo fanno buono come ci si aspetterebbe.

Si può andare sul sicuro bevendolo nel luogo di origine, la cittadina di Foynes, nella contea di Limerick.

Al Brazen Head di Dublino (aperto dal 1198) si beve un ottimo Irish coffe in un’atmosfera gremita e tipicamente irlandese.

Il Sean’s bar di Athlone, oltre a vantare il record di pub più antico del mondo, vanta anche un Irish Coffee che da solo giustifica il viaggio nel cuore centrale dell’Isola.

Ma secondo molti (tra cui il sottoscritto) il miglior Irish coffee è quello del Red Fox Inn, nella contea di Kerry.
Il pub si trova vicino al Bog Village, un villaggio/museo che regala uno scorcio della vita e delle abitazioni nell’Irlanda rurale di fine ‘800.
Se avete in programma di percorrere il Ring of Kerry, considerate di aggiungere questa tappa.

Sidro

Dolce e frizzante, il sidro è l’alternativa in soccorso di chi non beve birra. È una bevanda a base di mele fermentate e dalla bassa gradazione alcolica. Lo si può trovare in tutti i negozi e pub, specie dei famosi marchi Magners, Maddens, Bulmers e Orchard Thieves.

Etimologia

Il sidro di mele è una bevanda alcolica ancestrale, che ha seguito le orme della storia dell’umanità prima di entrare nell’immaginario comune come tradizione britannica.
La parola sidro arriva probabilmente dall’ebraico šēkār, col significato di “ubriacarsi” – termine imparentato con la parola “zucchero”.
Il nome è passato per il greco sìkera (con cui si indicava un fermentato di mele) e quindi dal latino sicera.
Il termine moderno italiano, e l’inglese cider, è dovuto al francese sidre.

In gaelico irlandese è invece chiamato leann úll, ovvero “birra di mele”. È anche detto ceirtlís, dal termine irlandese antico per indicare il melo, ovvero ceirt.

Whiskey irlandese

L’Irlanda è patria di alcuni dei migliori whiskey al mondo. Le più di 40 distillerie presenti sull’isola – alcune da secoli – producono un’ampia varietà di whiskey. Questi vanno dai blended (miscela di cereali distillati) ai single malt (ottenuto col solo orzo). E ancora quelli realizzati con cereali maltati e non maltati, torbati e non torbati eccetera…

A caratterizzare un whiskey irlandese è anche la tripla distillazione, contrariamente alla maggior parte degli scotch. Questo permette di ottenere un distillato più delicato e morbido, seppur sacrificando parzialmente la complessità di aromi degli ingredienti e della maturazione in botte.

Distillerie più famose d’Irlanda

La Jameson distillery a Midleton, Co. Cork

Tra le distillerie più famose d’Irlanda ci sono Jameson e Paddy, entrambe di Midleton nella contea di Cork. E ancora Tullamore Dew, nell’omonima cittadina, e Connemara, che fa della torbatura il proprio marchio di fabbrica.
Meritano una menzione a parte la Bushmill’s nell’Irlanda del nord e la Kilbeggan nella contea di Westmeath. La prima rivendica il titolo di prima distilleria con licenza al mondo (1608), mentre la seconda vanta la maggior longevità come distilleria di whiskey in Irlanda (1757).

In generale l’Irlanda rivendica come propria l’invenzione del Whiskey, e lo stesso fa la Scozia, dove si scrive whisky. Ma questa è un’altra storia che racconteremo.

P.S: Se volete portare a casa alcuni di questi prodotti dopo un viaggio in Irlanda, assicuratevi di sapere tutto sulle regole del trasporto di cibo e bevande in aereo.

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