Di Domenico Raimondo
La tendenza degli ultimi anni, specialmente di grandi nomi della pizza napoletana, è quella di espandere il proprio marchio in tutto lo stivale e spesso anche verso nuovi lidi stranieri.
Diventano quindi catene per definizione, che però mantengono una forte componente artigianale.
L’Antica Pizzeria da Michele, nota anche per il suo menù essenziale fatto solo da margherita e marinara, dopo le aperture in tutta Italia e mezzo mondo ha fatto un’ulteriore passo nel 2023: lanciare il proprio prodotto nel mercato delle pizze surgelate, al momento solo in supermercati del Nord Italia come Esselunga, Carrefour e Iper.
Il concetto può stridere a un orecchio purista, ma i responsabili del progetto – la pizzeria stessa e l’azienda specializzata in pizze surgelate Roncadin – hanno assicurato che è frutto di una lunga ricerca per adattare alla surgelazione il prodotto originale.
Un indizio convincente in merito lo si ha leggendo la lista degli ingredienti, che vede esclusivamente i prodotti utilizzati per una pizza fresca (niente additivi e conservanti) assieme alla decantata cottura su pietra lavica dell’Etna.
Basta poi aprire la scatola per averne la prova: anche da surgelata, questa margherita regala tutti i profumi del pomodoro, fior di latte e delle foglie di basilico sopra adagiate.
Parlando poi della scatola, questa è realizzata in materiale organico e compostabile. L’apertura a strappo non è solo pratica per estrarre la pizza, ma anche per rimettercela una volta cotta. Consigliano infatti di mangiarla al suo interno come una pizza d’asporto: “Mangiami nel cartone – c’è scritto – Nel piatto non ci stò!”.
Ma, a parte che “sto” non vuole l’accento, in realtà un qualsiasi piatto da pizza va più che bene per la circonferenza. Il motivo vero – riportato anche sul retro – è quello di riutilizzare il cartone e non sprecare acqua per lavare i piatti.
Tutti elementi che potrebbero avvalorare il prezzo di 4,99 € – ma su questo punto torneremo doverosamente.
Le domande da farsi sono: la pizza surgelata de L’Antica Pizzeria da Michele è buona? Eccome.
È simile a quella originale? Non proprio.
Durante la cottura, al forno (11/14 minuti) o in padella (14/18 minuti), la pizza sprigiona profumi di pomodoro e basilico. Chiudendo gli occhi è facile immaginarsi seduti in pizzeria aspettando il proprio ordine.
All’uscita si presenta con bei colori accesi: la mozzarella a listarelle di un bel bianco vivo e appena sciolta; il cornicione largo ma non pronunciato.
È croccante al morso, soprattutto sul fondo – contrariamente alla pizza de l’Antica Pizzeria da Michele, e quella napoletana in generale.
L’alveolatura è poco spiccata. La salsa, presente in maggior quantità rispetto a prodotti simili, è più abbondante in prossimità dei bordi e regala buona sapidità e intensità.
L’impasto è realizzato esclusivamente con farina di frumento e lievitato 24 ore, discretamente saporito nonostante la surgelazione.
Anche della mozzarella spicca l’intensità, e il tutto concorre a creare una pizza surgelata d’assoluta eccellenza, dal sapore molto meno industriale rispetto alle controparti, ma comunque distante da un prodotto di pizzeria.
Vale dunque la pena sborsare (quasi) 5 euro per questa pizza surgelata, quando allo stesso costo – o poco più – si accede a pizze appena sfornate?
Chiaramente la qualità di queste ultime, a questo prezzo, varia da regione a regione. Considerando che ormai in molti luoghi una buona margherita non costa meno di 7/8 euro, una pizza surgelata che ricorda le colleghe di prim’ordine è un’alternativa più che legittima. Bisogna infatti dire quello de l’Antica Pizzeria da Michele è un prodotto che ha ben poco da invidiare a quelli freschi ma mediocri di molti kebabbari o pizzerie di quartiere. È anche sostanziosa, coi suoi 405g, e quei 2/3 euro in più che si risparmiano con altre pizze surgelate sono più che meritati.
Se però cerchi la qualità a prezzi inferiori, dai un’occhiata alla guida e classifica delle pizze surgelate a marchio discount.