Di Domenico Raimondo
Come ogni Paese dei Caraibi, Trinidad e Tobago vanta un’amplissima tradizione gastronomica, fatta di tante influenze confluite in numerosi piatti tipici e peculiari.
La cucina trinbagoniana (sì, si dice così) ha tra le sue maggiori influenze quella indiana, e come vuole la tradizione asiatica il cibo da strada ha il suo spazio da protagonista nella cultura locale.
Se siete tanto fortunati da avere un viaggio in programma, o solo curiosità di sapere cosa si mangia a Trinidad e Tobago, di seguito trovate 10 piatti tipici per scoprire l’arcipelago attraverso lo street food (scusate l’anglicismo, serviva la parola chiave per indicizzare).
Curry
Per parlare della cucina di Trinidad e Tobago, e delle sue influenze, è doveroso partire da quella dell’India. Gran parte della cultura locale è stata forgiata dalla popolazione indiana e la sua discendenza. Questo perché entrambi gli Stati furono colonia britannica tra ‘800 e ‘900, e dopo l’abolizione della schiavitù (1840) diversi indiani accettarono la proposta del governo di trasferire la propria forza lavoro nei Caraibi e fuggire dalla povertà.
Viene da sé che il curry sia un caposaldo in quest’angolo di mondo. Una spezia, prima che un piatto, ma che dà il nome a diverse pietanze. Come il curry classico di pollo (o altra carne/pesce) assieme all’immancabile riso basmati.
A Trinidad e Tobago il curry è spesso consumato col roti: tipico pane indiano che ricorda una piadina.
O ancora i doubles, di origine indiana e amati a colazione. Si tratta di due sottili panetti fritti, che oltre alla farcitura (ceci al curry, chutney e spezie) racchiudono l’identità e le influenze dell’intera nazione.
Crab and dumpling
Un’altra pietanza che è più di un semplice piatto, è una seconda bandiera nazionale.
Il crab and dumpling si può considerare un’insolita variante di curry. Come suggerisce il nome in inglese (lingua ufficiale) si tratta di granchi blu interi accompagnati da panini piatti bolliti.
I crostacei sono puliti e cotti con cocco e curry, formando una salsa che avvolge il piatto.
Contrariamente a tanti piatti locali, nati nell’isola più grande di Trinidad, il crab and dumpling è orgoglio della più piccola Tobago.
Aloo pie
È una sorta di gnocco fritto che fa da involucro a purè di patate (aloo = patata in hindi), ceci, peperoni, piselli, spezie, salse e chutney (spesso di tamarindo o mango).
La sua natura di impasto fritto suggerisce l’analogia col samosa: sempre di origine indiana ma di dimensioni più ridotte come principale discriminante. O ancora può ricordare un panzerotto, che però viene fritto assieme al ripieno, contrariamente all’analogo trinidadiano che viene tagliato e farcito in seguito.
Spesso la si trova presso gli stessi venditori di doubles, in quanto entrambe pietanze fritte.
Pholourie
Il pholourie è un piatto di origine (indovinate) indiana, che colora le tavole di tanti Paesi caraibici. Sono polpettine fritte, realizzate con farina e piselli.
Speziate, di un frizzante colore arancione, sono spesso accompagnate da chutney di mango o altre salse. Profumo di curcuma, cumino, aglio e coriandolo accompagnano ogni morso, il che le rende uno dei più apprezzati spuntini per le strade di Trinidad e Tobago.
Bake and shark
Come suggerisce il nome, si tratta niente meno che di carne di squalo. All’aspetto può ricordare un kebab, anche in virtù del pane che lo avvolge (il “bake” di “bake and shark”). La carne di squalo viene marinata, fritta e infilata nel panino con della salsa. Gli ingredienti possono variare, a seconda della ricetta dei vari locali e bancarelle che lo propongono sulle coste di Maracas beach – baia dell’isola di Trinidad al largo della quale si pesca lo squalo.
Di cosa sa la carne di squalo, chiedete? Ricorda tonno e pesce spada – anche per aspetto e consistenza. Ma in tanti la associano anche al pollo e ai formaggi di lunga stagionatura, per via del sentore pungente dato dall’acido urico che lo squalo ha in corpo.
A tanti europei può sembrare una rarità inaudita (e magari anche sgradevole). Eppure in Italia e non solo la carne di squalo è venduta e consumata in abbondanza – spesso sotto nomi indorati come palumbo o smeriglio.
Gyro
Lasciamo l’India per parlare di un piatto di origine greca. Un cibo da strada che sta trovando il suo spazio anche in Italia come alternativa al kebab.
Questo morso di Grecia nei Caraibi ha meno a che fare con l’eredità etnico-culturale, e più con la praticità con cui il gyro può essere consumato per strada e vicino a bar e locali dove la gente passa le proprie serate a bere e/o ballare.
Pork souse
Un piatto di carne in brodo tipico dei Paesi dei Caraibi. Venduto nelle tavole calde e in vaschette per le strade di Trinidad e Tobago. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, è un piatto servito freddo ed è molto leggero. La carne di maiale viene marinata con spezie e cotta nel brodo, spesso con verdure.
Alcune varianti prevedono diversi tipi di carne, tra cui spicca la chicken foot souse fatta con le zampe di pollo.
Tradizionalmente, gli abitanti di Trinidad lo consumano nei fine settimana e durante le feste, soprattutto a Natale.
Saheena
Torniamo ai cibi da strada di origine indiana, ma questa volta con un piatto che ha trovato in tutto e per tutto la sua identità a Trinidad e Tobago.
Il saheena consiste in polpette fritte realizzate con farina di ceci, foglie di spinaci o di dasheen (pianta che produce tuberi, più nota col nome polineasiano taro).
La preparazione può avvenire spalmando l’impasto sulla foglia per poi arrotolarla o sminuzzare il tutto e cuocere la poltiglia.
Vista la farina dei ceci, il sapore ricorda quello dei falafel, con le note speziate date dal cumino, pepe, curcuma e coriandolo. Salsa di tamarindo o chutney di mango (vi sarete ormai stancati di leggerlo) fanno da accompagnamento.
Il nome del piatto arriva dalle lingue Bihari parlate nell’India orientale, in cui saheena significa delizioso o saporito – semplice e icastico.
Pastelle
Non più d’origine indiana, ma tipiche dell’America Latina, le pastelle di Trinidad e Tobago sono considerate una variante dei tamales. È un piatto consumato soprattutto nelle festività natalizie, e sono involtini di farina di mais. Sebbene esistano versioni vegetariane, a fare da ripieno è quasi sempre la carne: maiale, manzo, pollo o pesce più raramente.
La carne viene marinata con cipolla, capperi, verdure e spezie locali, tra cui pepe di Caienna. Il tutto viene avvolto in foglie di banano per la cottura al vapore o frittura. Hanno un sapore ricco e una consistenza croccante, intervallata da olive e uvetta.
Corn soup
Non solo un altro piatto, ma un riassunto della storia e delle influenze di Trinidad e Tobago. Versioni di zuppa di mais si trovano nell’Asia meridionale e orientale, così come in Africa, America del nord e del sud da cui il mais è originario.
La sua popolarità è anche dovuta ai vegani che in essa trovano un cibo da strada adatto alla loro dieta.
Non solo, è anche apprezzata come rimedio ai postumi dell’alcol (ogni nazione ha il suo).
Oltre alle pannocchie, nella zuppa figurano erbe aromatiche, aglio, cipolla, piselli e pomodori. Nella preparazione si usa olio di cocco, che può essere sostituito da olio d’altro genere o il grasso del bacon presente nelle versioni non vegane.
Callaloo
Concludiamo con un piatto tutto caraibico.
Il callaloo (la trascrizione può variare) è una pianta molto usata nella cucina giamaicana. In altri Paesi caraibici indica invece un vero e proprio piatto, non necessariamente preparato con foglie di callaloo.
A Trinidad e Tobago, ad esempio, il callaloo è nell’Olimpo delle pietanze nazionali e viene fatto con foglie di dasheen, amaranto, spinaci o simili.
Si tratta di uno stufato che presenta diverse varianti anche a livello locale. La ricetta può prevedere latte di cocco, granchio, aragoste; o ancora carne, peperoncino, zucca e spezie.
Una delle versioni più famose è quella chiamata “oil down”, dove l’olio del latte di cocco viene assorbito dagli ingredienti in cottura, dando al piatto più l’aspetto di una frittura che di uno stufato.